Ti tradisce con il coach di CrossFit? Oppure è Lei che ha scoperto il tuo tradimento? Lei minaccia di portarti via i figli? Ecco come funziona la legge nel 2025… Spoiler: il tribunale non  crede a tutto!

Questo articolo è stato scritto a quattro mani con il portale Life is Better After Divorce www.lifeisbetterafterdivorce.com, perché abbiamo pensato che su un tema così delicato e discusso – tradimento, addebito, e minacce di non vedere più i figli – è importante unire alla precisione legale, un po’ di ironia.

Introduzione

LIBAD: Tradimento, addebito e risarcimento: parole che suonano minacciose, ma che sono più comuni di quanto si creda. “Te la faccio pagare”, “Ti porto via tutto!” “Ti giuro che non vedrai mai più i bambini!”

Quante volte queste frasi – o una delle loro numerose varianti ancora più colorite – sono state pronunciate prima o durante una separazione? E quanti papà (perché sì, diciamolo, queste sono minacce tipicamente al femminile) si sono sentiti gelare il sangue a queste parole?

Lo so, lo so. In quel momento il mondo ti crolla addosso. “Tanto il giudice darà ragione a me”, “Sei un padre assente”, “Ti renderò la vita un inferno”… il repertorio è sempre lo stesso, ma fa comunque male. Malissimo.

Allora, prima che il panico prenda il sopravvento e tu cominci a immaginare scenari catastrofici degni di un episodio di Desperate Housewives, facciamo un bel respiro e cerchiamo di capire come stanno davvero le cose.

Perché, sorpresa , la legge non funziona esattamente come nelle serie tv americane. E no, il fatto che tua moglie abbia una relazione con il suo istruttore di crossfit non significa automaticamente che ti porterà via casa, macchina e figli.

Ma procediamo con ordine e chiediamo ai nostri esperti di fare chiarezza su questa intricata matassa di emotività e diritto…

Cos’è il tradimento e quando è rilevante legalmente?

LIBAD: Il tradimento: parola che porta con sé immagini di relazioni clandestine, segreti e improvvisi colpi di scena degni di una telenovela. Ma cosa significa davvero tradire oggi? In un’epoca in cui basta uno swipe a destra su Tinder o un DM su Instagram per intrecciare un flirt, il confine tra fedeltà e infedeltà sembra più sfumato che mai.

Per qualcuno il tradimento si consuma solo sotto le lenzuola, per altri è sufficiente scambiarsi messaggi dal contenuto discutibile. E poi ci sono quelli che considerano traditore chi, pur senza agire, pensa continuamente e intensamente a qualcun altro. Personalmente, sono convinto che “tradire con il pensiero” non possa essere considerato tradimento, o saremmo tutti colpevoli almeno una volta nella vita! Ma questa è una discussione che approfondiremo in un articolo dedicato.

Oggi ci concentriamo su ciò che la legge italiana considera tradimento. E qui entra in gioco il nostro studio legale di fiducia, che sa esattamente cosa conta (e cosa no) in tribunale. Se nel frattempo vuoi approfondire le statistiche sui tradimenti in Italia puoi leggere il nostro articolo L’amore ai tempi dei tradimenti: un manuale ironico di sopravvivenza (con qualche dato statistico)

RT: Al di là di quanto possano dirci le statistiche, l’infedeltà resta una delle principali ragioni che portano alla fine di un matrimonio.

L’art. 143 del codice civile elenca i principali doveri che nascono dal matrimonio. Il primo è proprio quello della reciproca fedeltà (gli altri sono l’assistenza morale e materiale, la collaborazione e la coabitazione).
La violazione del dovere della fedeltà può comportare due ordini di conseguenze legali:

  • Da un lato, la pronuncia della separazione con addebito (che ha sostituito il precedente concetto di “colpa”), anche ai sensi dell’art. 151 c.c., secondo il quale:
    “La separazione può essere chiesta quando si verificano, anche indipendentemente dalla volontà di uno o di entrambi i coniugi, fatti tali da rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza o da recare grave pregiudizio alla educazione della prole.
    Il giudice, pronunciando la separazione, dichiara, ove ne ricorrano le circostanze e ne sia richiesto, a quale dei coniugi sia addebitabile la separazione in considerazione del suo comportamento contrario ai doveri che derivano dal matrimonio.”
  • Contestualmente, l’infedeltà può essere fonte anche di risarcimento del danno.

L’obbligo di fedeltà non si limita solo alla sfera sessuale. Può costituire violazione di tale dovere anche un tradimento platonico, tale da infrangere il vincolo fiduciario, la lealtà e la solidarietà che dovrebbero legare i coniugi all’interno del rapporto matrimoniale.

L’addebito: cos’è e quando viene applicato?

LIBAD: Ah, l’addebito. Solo a pronunciarlo sembra di sentire il martello del giudice che decreta: “Colpevole!” Ma tranquilli, non è proprio così. L’addebito non è un verdetto morale, né significa che il “cattivo” della relazione dovrà vivere per sempre con un’etichetta rossa sulla fronte.

In realtà, l’addebito è più una questione tecnica: serve a determinare chi, con i propri comportamenti, ha reso impossibile la continuazione del matrimonio. Ma non è automatico, né facile da ottenere. Non basta puntare il dito e dire: “Mi ha tradito, quindi colpa sua.” Serve di più. E qui entra in gioco lo studio legale per chiarire cosa significa davvero chiedere (o ricevere) un addebito.

RT: L’addebito della separazione è una conseguenza prevista dall’art. 151 c.c., secondo il quale la separazione può essere chiesta quando si verificano fatti tali da rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza o da recare grave pregiudizio alla educazione della prole.

In questi casi, il giudice può dichiarare, su richiesta di una delle parti, a quale coniuge sia addebitabile la separazione in considerazione del suo comportamento contrario ai doveri derivanti dal matrimonio.

Tuttavia, la giurisprudenza della Cassazione ha stabilito che:

  • Grava sulla parte che richiede l’addebito l’onere di provare la condotta contestata (ad esempio, l’infedeltà) e il nesso causale tra questa e la crisi matrimoniale.
  • Viceversa, è compito della parte che eccepisce l’inefficacia di tali fatti dimostrare che la crisi matrimoniale era preesistente all’infedeltà o che il tradimento è stato superato all’interno del rapporto coniugale (Cassazione Civile, ordinanza 5 agosto 2020, n. 16691).

Il principio guida è chiaro: l’addebito può essere riconosciuto solo se la condotta contestata è stata la causa e non la conseguenza della crisi matrimoniale.

LIBAD: Quindi, per farla breve: il tradimento da solo non basta per ottenere un addebito, nemmeno se la controparte dispone di prove certe. Serve dimostrare che è stato proprio il tradimento che ha fatto crollare il matrimonio come un castello di carte. E attenzione, se il matrimonio era già traballante prima del tradimento, se una parte dimostra che era un matrimonio bianco da tempo o che c’erano comportamenti svilenti, atteggiamenti offensivi, ecc allora il giudice potrebbe stabilire che la colpa della fine non è solo di chi ha “commesso il fatto”, ma il tradimento è conseguenza della situazione e dello stato degradato della relazione.

Le conseguenze dell’addebito: niente panico!

LIBAD: Anche nell’ipotesi di addebito, niente panico. Non dovrai vivere in un garage mangiando ramen istantaneo per il resto della vita. Se riconosciuto, ha comunque conseguenze limitate a due aspetti: la perdita del diritto all’eredità (che comunque si perderebbe con il divorzio) e l’eventuale diritto al mantenimento come coniuge (non quello per i figli, che resta intoccabile). In pratica, nonostante suoni drammatico, non c’è da strapparsi i capelli.

RT: 

Quello che hai detto, Marco, è corretto: l’addebito non è una condanna eterna, ma comporta alcune conseguenze patrimoniali precise, come stabilito dalla legge.

Innanzitutto, chi subisce l’addebito perde il diritto all’eredità del coniuge, ai sensi dell’art. 548 c.c. Questo significa che il coniuge separato con addebito non avrà più diritto a quote ereditarie. Resta però un’eccezione: se si versa in stato di bisogno e si era già titolari di un assegno di mantenimento (che l’addebito annulla), si può chiedere un assegno vitalizio a carico dell’eredità.

Inoltre, l’addebito comporta la perdita dell’assegno di mantenimento come coniuge, come previsto dall’art. 156 c.c. Attenzione però: questo riguarda solo il mantenimento tra coniugi e non incide in alcun modo sugli obblighi verso i figli. I loro diritti restano prioritari e intoccabili.

Anche la giurisprudenza conferma questi principi. Ad esempio:

  • La Cassazione Civile (sentenza 15986/2019) ha sottolineato che l’addebito incide esclusivamente su aspetti patrimoniali, senza avere una funzione punitiva.
  • La perdita del mantenimento, quindi, non coinvolge i figli, i cui diritti sono sempre garantiti dalla legge.

Il risarcimento del danno: quando e come è riconosciuto?

LIBAD: Ora entriamo in un campo che molti trovano affascinante: il risarcimento del danno. Ammettiamolo, chi non ha mai pensato, davanti a un tradimento, “almeno me lo pagherà caro!”? Purtroppo (o per fortuna), la legge non funziona come un film di vendetta romantica. Non basta soffrire per ottenere un risarcimento.

Il risarcimento non è garantito in automatico: ci vogliono prove concrete che il tradimento abbia causato un danno grave e tangibile, non solo una “sofferenza psichica.” Ma lasciamo che lo studio legale spieghi meglio i dettagli e i casi in cui il risarcimento può essere riconosciuto.

RT: Il risarcimento del danno causato dall’infedeltà può essere riconosciuto solo quando la condotta infedele abbia provocato un danno ingiusto costituzionalmente rilevante. Non si tratta semplicemente di una sofferenza psichica, ma di una vera e propria lesione di diritti fondamentali, come la salute o la dignità.

La Suprema Corte ha chiarito che:

  • L’infedeltà, se causa determinante della separazione tra coniugi, può comportare un addebito della separazione. Tuttavia, non sempre essa è fonte del riconoscimento di un risarcimento.
  • Per ottenere il risarcimento, è necessario dimostrare non solo il tradimento, ma anche il nesso causale tra quest’ultimo e il danno subito, che deve essere significativo e dimostrabile (Cassazione Civile, 7 marzo 2019, n. 6598).

Sussiste diritto risarcitorio quando la condotta infedele supera i limiti della normale tollerabilità, essendo offensiva o ingiuriosa. Per esempio, il tradimento può risultare particolarmente lesivo quando è condotto in modo manifesto, tramite pubblicazioni su internet o coinvolgendo luoghi di lavoro o frequentati dal coniuge, provocando umiliazione e lesione della dignità dell’altro.

Al contrario, non vi è spazio per il risarcimento se l’infedeltà è conseguenza di una crisi matrimoniale preesistente o se non ha prodotto danni rilevanti e costituzionalmente tutelabili (Cassazione Civile, Sez. I, 1° marzo 2005, n. 4290).

LIBAD: In pratica, non basta un cuore spezzato per andare in tribunale a chiedere i danni. Bisogna dimostrare che il tradimento ha portato a una lesione seria e concreta, come quella alla dignità o alla salute. E se il tradimento è stato gestito in modo discreto e privato, è difficile che venga riconosciuto un risarcimento. Ma se il fedifrago ha sbandierato le sue imprese sul web o, peggio, in luoghi legati alla tua vita, allora le cose cambiano

Prove del tradimento: cosa è ammesso e cosa no?

LIBAD: Se pensi di ingaggiare un investigatore privato in stile noir per scovare il tradimento, o se hai già una cartella di screenshot pronti da mostrare al giudice, sappi che non tutte le prove sono ammesse, e alcune potrebbero persino metterti nei guai.

Per capire meglio cosa puoi fare (e cosa no), lasciamo la parola ai nostri esperti legali.

RT: Le investigazioni per infedeltà coniugale possono acquisire rilevanza in sede di giudizio. Tuttavia, il ricorso alle prestazioni di privati investigatori per acquisire prove di comportamenti in violazione dell’obbligo di fedeltà non consente, in caso di mancanza del necessario rapporto di causalità, di ottenere il rimborso delle spese sostenute per tali investigazioni (Cassazione Civile, sentenza n. 8512 del 2006).

Anche le fotografie dell’adultero possono costituire valide prove utilizzabili in sede civile, a patto che siano state scattate in luoghi visibili al pubblico. Secondo la Cassazione Penale (sentenza n. 40577 del 2008):

  • La ripresa fotografica non viola la privacy se effettuata in luoghi visibili dall’esterno o accessibili al pubblico, purché non siano necessarie particolari accortezze per osservare i comportamenti ripresi.
  • Al contrario, riprendere comportamenti in luoghi di privata dimora, non visibili dall’esterno, può integrare il reato di interferenze illecite nella vita privata.

Per quanto riguarda le prove digitali, come messaggi o scambi sui social, questi possono essere utilizzati in giudizio se dimostrano un comportamento infedele tale da compromettere la fiducia coniugale (Cassazione Civile, sentenza n. 9384 del 2018).

Minacce di non vedere più i figli: un mito da sfatare

LIBAD: Come dicevamo “Non vedrai mai più i tuoi figli!”: è probabilmente, purtroppo, una delle frasi più minacciose che un genitore possa sentirsi dire durante una separazione. Ma tranquilli, non siamo in una soap opera drammatica né in un film di vendetta. In Italia, la legge tutela non solo i diritti dei genitori, ma soprattutto quelli dei figli, che hanno il sacrosanto diritto di mantenere un rapporto con entrambi i genitori, anche se le cose tra di loro non funzionano più.

Minacce di questo tipo, per quanto spiacevoli, sono spesso solo parole dettate dalla rabbia e dalla frustrazione. Ma cosa dice la legge in proposito? Per capirlo, passo la palla al nostro studio legale.

RT: In Italia, il diritto dei figli a mantenere rapporti significativi con entrambi i genitori è tutelato dalla legge. L’affidamento condiviso è la regola generale nei casi di separazione e divorzio, salvo che specifiche circostanze pregiudizievoli per i figli rendano necessaria una diversa disposizione.

Sottrarre i figli a uno dei genitori, o impedire i contatti con l’altro, è un comportamento grave e può configurare un reato. La giurisprudenza riconosce l’importanza della figura di entrambi i genitori nella crescita e nell’equilibrio emotivo del minore, pertanto azioni volte a impedire o limitare tali rapporti non sono tollerate.

Qualora un genitore subisca comportamenti di questo tipo, può richiedere l’intervento del tribunale per ottenere una tutela adeguata dei propri diritti e di quelli del minore. Il giudice potrà stabilire modalità precise per garantire i tempi di permanenza e la frequentazione con entrambi i genitori.

Conclusione

LIBAD: In sintesi, il tradimento, l’addebito e il risarcimento non sono temi semplici, ma nemmeno la fine del mondo. Come abbiamo visto, la legge italiana non è qui per condannare moralmente, ma per gestire situazioni complesse in modo equo e razionale. E le minacce come “non vedrai più i tuoi figli”?  è più uno sfogo che una realtà giuridica. La legge è dalla parte del benessere dei bambini e, quindi, anche dei genitori che vogliono continuare a essere presenti nella loro vita.

Purtroppo, ci sono forme di violenza più subdole che possono impedire a un genitore – spesso agli uomini – di avere accesso ai propri figli. Parlo di accuse di violenza strumentali e della famigerata alienazione parentale. Entrambe fanno leva su pregiudizi latenti: il primo è che la donna sia automaticamente la parte più debole, il secondo è che i figli, soprattutto piccoli, debbano necessariamente trovare nella madre il genitore di riferimento.

Questi temi meriterebbero articoli dedicati (e chissà, forse li scriveremo presto), ma per ora posso solo dire che, spesso, la verità alla fine viene a galla. Il problema è che, purtroppo, bisogna avere la pazienza di attendere anche il terzo grado di giudizio, che in Italia può arrivare dopo anni. E intanto, chi paga il prezzo più alto sono sempre i figli.

Quindi, cosa fare se ti trovi in una di queste situazioni? Respira, conta fino a dieci e, soprattutto, affidati a professionisti che possano guidarti con competenza. Perché sì, la legge può sembrare lenta come una tartaruga con le scarpe da ginnastica, ma alla fine fa il suo corso. E nel frattempo, ricorda che la vendetta migliore è vivere bene – possibilmente postando foto pazzesche dal Vietnam mentre il/la tua ex è bloccato in ufficio con il suo capo insopportabile. Scherzi a parte, come dice il nostro studio legale di fiducia, c’è sempre una soluzione, anche nei casi che sembrano senza via d’uscita.RT: Affrontare una separazione o un divorzio può sembrare complicato e stressante, ma la legge offre strumenti per tutelare i diritti di entrambe le parti. Dall’infedeltà all’addebito, fino al risarcimento del danno e alla tutela dei figli, ogni aspetto è disciplinato con l’obiettivo di garantire equilibrio e giustizia