La separazione va addebitata al coniuge “abituè” del tradimento?
La Cassazione più volte ha in qualche modo “perdonato” il coniuge fedifrago.
Infatti in alcune pronunce la suprema Corte aveva affermato che il tradimento non costituisce di per sé motivo di addebito della separazione. È necessario, in sostanza, stabilire se l’infedeltà è stata realmente la causa della crisi coniugale o se sia stata solo il suo effetto, dunque, affinché ci sia addebito per infedeltà del coniuge va stabilito quando il tradimento si inserisce nel ménage matrimoniale.
In alcuni casi l’importante è non esagerare!
Infatti non sono mancati episodi in cui al coniuge è stata addebitata la separazione in quanto era in qualche modo un “abitué” del tradimento.
Nel caso di specie il marito si era anche ingegnato nel fornire false generalità negli approcci con il gentil sesso, ma al contempo si era difeso affermando che la sua infedeltà non era stata la causa dell’intollerabilità della convivenza dato che la sua relazione extraconiugale si era verificata alcuni anni prima del ricorso per separazione.
Un comportamento che gli è costato una pronuncia di addebito della separazione.
Infatti con l’ordinanza n. 5108 depositata il 13 marzo 2015, la Corte ha fatto notare come il giudice dell’appello aveva correttamente motivato circa la sussistenza del nesso di causalità tra il comportamento infedele dell’ex marito e l’intervenuta separazione. Era emerso infatti che anche prima della separazione lui avesse tentato un approccio con altra donna oltretutto fornendo false generalità.